domenica 27 agosto 2023

Liberati dal tuo personaggio

Chi siamo e chi invece ci ostiniamo a fingere di essere? 

Quanta distanza c'è tra ciò che sentiamo veramente di essere e ciò che siamo diventati?

Quanta distanza c'è tra ciò che mostriamo di noi stessi agli altri e ciò che vediamo quando siamo soli davanti allo specchio o nell'intimità del nostro letto?

Siamo nati, ci hanno dato un nome e ad esso hanno poi collegato un modello di educazione e un giudizio di valore sulle nostre capacità, affidandoci dei ruoli e trasmettendoci una serie di condizionamenti.

Come scrivevo nel Canto del Cuore, nasciamo liberi ma un minuto dopo entriamo a far parte di un programma educativo che seppur trasmessoci con le migliori intenzioni, limita enormemente la nostra libertà, portandoci così a non fare ciò che davvero vorremmo fare ma solo ciò che ci è stato insegnato e che siamo stati istruiti a fare.

I primi tempi della nostra vita tutto ciò è ovviamente normale nonché indispensabile, come potrebbe un bambino di pochi giorni o di pochi mesi agire di testa propria? La guida e le attenzioni degli adulti sono assolutamente irrinunciabili ma il problema nasce dopo...

Negli anni successivi infatti cresciamo così totalmente identificati con il "personaggio" che corrisponde al nostro nome da credere fermamente di essere "quella cosa lì" e niente altro. Abbiamo così tanto assorbito le idee dei nostri genitori (e di tutti coloro che hanno guidato la nostra infanzia), i loro giudizi, le loro paure e i loro condizionamenti, da non avere mai sviluppato una autonoma idea di noi stessi.

Poi arriva un periodo chiamato adolescenza, dove molti di noi si ribellano a tutto questo e lo fanno nei modi a loro usuali, criticando quasi tutto ciò che fanno o dicono i nostri genitori, i loro gusti, le loro idee, i loro valori anche se in realtà quasi sempre non si tratta di una vera ribellione ma di un temporaneo tentativo di acquisire e soprattutto di mostrare una propria personalità, di prendere il proprio posto nel mondo, in quanto sotto sotto, dentro di noi, quello che dovevamo assorbire ormai è stato assorbito, quello che io chiamo il "Dna emotivo" ci è stato tramesso e ben piantato in profondità.

Il problema è che una volta divenuti adulti molti di noi, quasi tutti in realtà, agendo distrattamente e con scarsa consapevolezza, non vivono realmente la propria vita, quella per la quale sono nati, ma si limitano a replicare (pur con qualche accettabile modifica) quella dei propri genitori e dei propri educatori (quante volte ci siamo sentiti dire soprattutto con l'avanzare dell'età "sembri proprio tuo padre o sembri proprio tua madre"?), rinunciando così, seppur inconsapevolmente alle proprie e uniche qualità e capacità.

Questa differenza tra ciò che sentiamo di essere e ciò che siamo diventati, diviene spesso e soprattutto nelle persone più sensibili, causa di disturbi emotivi quali ansia e depressione. Sentiamo di non aver vissuto come avremmo voluto e potuto vivere e questa disarmonica distanza tra sogno e realtà diviene la principale fonte delle nostre sofferenze.

In sostanza, Mauro è il mio nome ma non rappresenta (almeno non del tutto) ciò che sono.

Ma c'è una buona notizia, da tutto questo si può venire fuori.

State più tempo con voi stessi, cercate e comprendete quale sia la vostra vera anima (ma probabilmente lo sapete già) e dedicatevi ad essa, ribellandovi così a tutto ciò che ha sempre rappresentato il vostro nome, il vostro "marchio di fabbrica", quel contenitore dentro il quale sono stati inseriti insegnamenti e giudizi di valore, sulle cose e sui voi stessi.

Non vuol dire ovviamente che dobbiate abbandonare tutto, moglie, marito, figli , lavoro etc, ma  vuol dire che inizierete a vivere tutto questo senza camice di forza, senza risposte già impostate, Agendo e non Reagendo (a questo proposito vi consiglio di rileggere l'omonimo capitolo del Canto del Cuore che trovate anche Qui ), insomma finalmente liberi e libere di vivere la vostra vita e non quella che era stata, magari inconsciamente e con le migliori intenzioni, programmata per voi.

Magari se non siete più giovanissimi sarà tardi per fare il pittore professionista, il musicista o qualsiasi altra cosa abbiate desiderato fare ma certamente non sarà tardi per vivere una vita piena, soddisfatta e finalmente libera.

Interrompete insomma la totale identificazione con il vostro vecchio e imposto Io (non è facile lo so ma si può fare) e iniziate a dare spazio al vostro vero Sé, quello per il quale siete venuti e venute al mondo. Date spazio alla pianta ed eliminate le erbacce.

Ribellatevi, pacificamente e consapevolmente, e aprite le porte del vostro paradiso, il vero Mauro, Antonella (o qualunque sia il vostro nome), vi aspetta da sempre.


giovedì 3 agosto 2023

Oltre la zona di confort

Ognuno di noi ha una zona di confort, quella zona “protetta” all’interno della quale si sente al sicuro e fuori pericolo.
Questa zona però ha due limiti.
Il primo limite è che ovviamente non può ospitarci per sempre (anche se in fondo sarebbe il nostro grande desiderio..), i problemi fanno parte della vita e presto o tardi arriveranno a fare la nostra conoscenza.
Il secondo è che (fingendo che sia possibile rimanerci per sempre) all’interno della zona di confort non c’è crescita personale.
Quindi la domanda fondamentale che dovremmo porci è:
voglio davvero diventare una persona migliore? voglio davvero crescere interiormente come uomo o come donna affrontando e poi eliminando le mie ansie, le mie paure e tutto il resto? 
Oppure il mio vero desiderio è “galleggiare”, mantenere inviolata la mia zona di confort sperando che tutto vada bene ed eludendo qualunque problema o difficoltà?
Queste sono le due domande fondamentali da porsi.
Se la prima risposta è quella valida, allora dobbiamo accettare con benevolenza di uscire frequentemente dalla nostra zona di confort ed entrare in quella che viene chiamata “zona di apprendimento”, una zona forse un po' meno sicura (solo forse perché in realtà la sicurezza assoluta non esiste) ma certamente in grado di insegnarci e mostrarci la “Via”.
Se la risposta valida invece è la seconda, allora buona fortuna, godetevi la vita finché essa sarà in grado di proteggervi e di darvi le risposte attese e non investite tempo a leggere libri o ad ascoltare video sulla crescita interiore perché la mera conoscenza “intellettuale” permette certamente di fare grande sfoggio di cultura ma non ha mai cambiato la vita di nessuno.
La Vita è un continuo apprendimento ed un continuo mettersi in discussione e accettare questo è l’unico percorso che ci permetterà di vivere e morire più liberi di come fino ad oggi siamo vissuti. 
Non è infatti un caso che tra i libri che ho scritto, Il Canto del Cuore sia stato letto molto più di Io ci sono , il motivo è semplice anche se forse è sfuggito a molti.
Nel Canto del Cuore ho introdotto certi temi, ho iniziato a spiegare cosa fare in prima battuta per vincere ansia, stress e tanto altro, ma in Io ci sono oltre ad averli approfonditi, ho posto (anche se velatamente) ai lettori le due domande di cui sopra, mettendoli (ovviamente con tutta la delicatezza della quale sono capace) metaforicamente con le spalle al muro già dai primi capitoli che non a caso si intitolano “Comincio io” e "E' l'azione che cambia la vita".
I moltissimi di voi che hanno apprezzato quindi Il Canto del Cuore, oltre ovviamente a provare a metterlo in pratica nella loro vita quotidiana (unico scopo per cui è stato scritto), dovrebbero approfondire anche Io ci sono, perché è lì che si annida un’importante parte del mio messaggio.
Con affetto, Mauro.

sabato 27 gennaio 2018

Sofferenza e Malattia.


La malattia, fisica o mentale, è da sempre il vero di banco di prova della nostra vita.
Nella sofferenza sperimentiamo i nostri limiti, a volte la nostra impotenza.
Per vivere e affrontare positivamente la sofferenza, sia fisica che mentale, è necessario innanzitutto comprendere che la malattia arriva nella nostra vita solo come condizione temporanea, condizione che è indispensabile accettare ma senza identificarsi con essa.
Non siamo malati ma soffriamo temporaneamente di una certa malattia, la differenza è enorme.
La malattia in fondo non è nient'altro che un tentativo di auto guarigione messo in atto dal nostro organismo.
Il nostro corpo ci parla, continuamente, noi raramente lo ascoltiamo e allora a volte, alza la voce per farsi sentire meglio.
La malattia è quindi un tentativo del corpo di ristabilire l'equilibrio perduto, fisico o mentale, ed è per questo che dovremmo ascoltare con attenzione i segnali che essa ci invia.
Accettare sofferenza e malattia significa imparare a convivere anche con ciò che ci fa paura, supportati però dalla consapevolezza che questi momenti della vita possono diventare formativi e trasformarsi in un grosso aiuto alla nostra crescita spirituale.
Il dolore non va vissuto come un nemico che viene a disturbare la nostra spesso rassegnata quotidianità ma come un segnale che sono stati commessi degli errori che vanno riconosciuti e corretti.
Dobbiamo renderci conto che siamo parte della realtà che viviamo e che a noi non spetta controllarla ma solo scoprirne e viverne il senso profondo, nella gioia e nella sofferenza.
Invece di lamentare la difficoltà del vivere, rimandando ad un giorno che non arriverà mai il momento in cui godere il senso della nostra vita, dobbiamo imparare a trovare questo senso in ogni istante.
A questo servono sofferenza e malattia, accogliamole e loro ci indicheranno la strada che stavamo cercando.


venerdì 19 gennaio 2018

Esercizio di consapevolezza


Prendete un frutto, un’arancia ad esempio, sbucciatela osservando le vostre mani che pezzo dopo pezzo compiono questo gesto.
Apritela sentendo eventuali gocce di succo cadere sulle vostre mani, fate caso se sono calde o fredde, ascoltate l’effetto che fa sulla vostra pelle.
Prendete il primo spicchio e mettetelo in bocca (e poi quelli successivi)
Mentre masticate oltre naturalmente a prestare attenzione al sapore (è dolce o aspra?) pensate a tutte le cose o persone che hanno contribuito a far si che voi possiate mangiare questa arancia.
La terra, dalla quale è emerso l’albero (magari immaginate il luogo preciso)
La pioggia, che ha permesso all’albero di crescere e in seguito produrre quella arancia (immaginatela ancora  sull’albero)
Il sole, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile
La persona che l’ha raccolta (immaginate la vostra arancia nelle mani di questa persona, magari stanca e affaticata)
Il trasportatore che ha portato la vostra arancia nel luogo di raccolta
Il mediatore che l’ha acquistata e il contadino che l’ha venduta
Il trasportatore che l’ha consegnata al mercato o al supermercato
La persona al mercato che ve l’ha venduta o la cassiera al supermercato che vi ha fatto pagare il frutto.
Ebbene, tutte queste persone hanno una loro vita e hanno impiegato alcuni istanti di questa preziosa vita affinchè voi possiate mangiare oggi questa arancia.
Non mangiate quindi questa arancia guardando la televisione o leggendo un libro, fatelo pensando a tutto questo e ringraziando queste persone le quali, ognuno per la sua parte, ha lavorato per placare la vostra fame e nutrire il vostro corpo.
Vista così l’arancia avrà tutto un altro sapore, non la sprecherete, avrete vissuto il momento presente e non avrete bisogno di mangiarne più di quante realmente ve ne servano, preservando così la vostra salute (mangiare più del necessario è  dannoso) e lascerete cibo a chi ne ha bisogno.
Il cibo non è semplicemente qualcosa da mettere nello stomaco, come la vita non è semplicemente un susseguirsi di minuti vissuti senza consapevolezza ma molto di più.
Decidere di non perdere più nessuno di questi istanti è decidere di essere liberi.
Fatelo. 

p.s.: ovviamente questo esercizio può essere, anzi andrebbe ripetuto, con ogni tipo di cibo e in ogni momento della vostra giornata anzi...provate a farlo :) 

domenica 31 dicembre 2017

Buon Anno !


Buon Anno a tutti Voi e grazie dell'affetto che avete sempre dimostrato a questa pagina e a questo Blog.
Iniziamo l'anno con qualche buona intenzione, augurandoci sopratutto di riuscire costantemente a farle nostre, poche e brevi indicazioni in grado di trasformare la nostra vita, in parte prese e riviste da una magnifica guida di Thich Nhat Hanh che vi consiglio di studiare attentamente e che potete trovare qui: https://www.zenquieora.org/meditazione-pratiche/17-ricominciare-da-capo/19-ricominciare-da-capo-di-thich-nhat-hanh.html?showall=1

- Ogni mattina, alzandoci dal letto, dimentichiamo il giorno precedente. Non importa come sia andato, positivo o negativo che sia stato appartiene al passato, non esiste più. Poniamoci davanti alla nuova giornata con lo spirito di un neonato che tutto apprezza perchè nulla del passato lo condiziona;

- Il nuovo giorno che ci viene offerto dalla vita non è scontato, poteva non esserci, quindi non lo sprechiamo con lamentele, rancori e sentimenti negativi. Potrebbe anche essere l'ultimo per quanto ne sappiamo, augurandoci che non lo sia comportiamoci come se lo fosse;

- Qualunque cosa sia accaduta, qualunque, si può sempre cominciare da capo, ogni giorno ogni momento è quello buono per alzarsi e ricominciare. Il pessimismo e la negatività avvelenano la nostra vita;

- La sofferenza è inevitabile ma utilizzata a dovere e non subita, può diventare cibo per la nostra crescita personale così come il compost trattato e utilizzato come si deve diventa nutrimento per fiori e frutti;

- Usiamo il perdono, non perchè loro meritino il perdono ma perchè noi meritiamo la Pace come disse  il Buddha. Non perdonare e portare rancore avvelena la vita di chi lo fa non di  chi è oggetto del nostro odio. Perdonare non significa dimenticare quanto abbiamo subito e neppure concedere agli altri di farci ancora del male ma vuole dire fare pace con quanto è successo, ascoltare il dolore e decidere che quel dolore non ti serve più e che quindi puoi lasciarlo andare via. Il perdono è è un regalo che fai a te stesso, ti libera dal passato e ti permette di vivere un sano presente. Quando perdoni sei finalmente libero, liberi un prigioniero scoprendo che quel prigioniero eri proprio tu.

Grazie del cammino fatto insieme, facciamone ancora.
Buon 2018 !


mercoledì 13 dicembre 2017

Ottuplice Sentiero


Uno dei principi cardine del Buddismo ma che può essere certamente applicato a qualunque religione o filosofia di vita è l'Ottuplice Sentiero, la strada per l'eliminazione della Sofferenza dalla nostra vita.
Seguire tutti questi punti, anche se richiede impegno e attenzione costanti,  è garanzia di miglioramento profondo della nostra vita e la rende nobile e degna di essere vissuta, vediamo insieme quali sono:

- RETTA VISIONE:  (sforzarsi di avere una giusta interpretazione di ciò che accade intorno a noi)
- RETTO PENSIERO: (il pensiero, volontario e non, è alla base di ogni nostra azione e quindi va gestito positivamente)
RETTA PAROLA:  (le parole restano, producono effetti sulle altre persone, finiscono nel nostro inconscio e qualificano chi le pronuncia)
- RETTA AZIONE: (mettere in atto azioni che non danneggino mai nessuno, volontariamente o involontariamente)
RETTA CONDOTTA: (mantenere una coerenza tra pensieri parole e azioni)
RETTO SFORZO: (applicazione costante dell'ottuplice sentiero) 
- RETTA ATTENZIONE:  (vivere con consapevolezza e costante presenza mentale)
RETTA CONCENTRAZIONE: (costante pratica della meditazione, seduta e/o camminata)

Ognuno di questi aspetti è direttamente e profondamente collegato agli altri così come ognuno di noi è direttamente e profondamente collegato al proprio ambiente, il rispetto di ognuno di essi porta pace e serenità profonda in chi li applica con costanza e impegno.
Buon lavoro.


martedì 21 novembre 2017

12 Promesse


Ogni mattina prometti a te stesso:

1.  Di essere così forte che niente potrà turbare la tua serenità e se accadrà, lo lascerai accadere per pochi istanti ma tornerai subito alla tua pace interiore così come l'onda torna al mare;
2.  Di augurare salute felicità e prosperità a tutte le persone con cui interagisci;
3. Di far sentire a tutti i tuoi amici che in loro c'è qualcosa di buono e positivo;
4.  Di guardare il lato luminoso di ogni cosa e non soffermarti su quello oscuro come fai di solito;
5.  Di pensare solo al meglio, di impegnarti solo per il meglio e di aspettarti solo il meglio
6.  Di gioire del successo altrui così come fosse il tuo;
7.  Di non pensare al passato o al futuro ma di concentrarti solo sul momento presente, l'unico che esiste realmente;
8.  Di donare un sorriso a chiunque incontri, essere umano o animale che sia;
9.  Di dedicare così tanto tempo al tuo miglioramento personale da non avere tempo per osservare giudicare e criticare gli altri.
10. Di essere affettuoso e comprensivo con te stesso, bastano gli altri a criticarti;
11. Di vivere confidando che il mondo sia dalla tua parte perchè tu sei dalla sua;
12. Di osservare ogni istante la tua mente, correggendola dolcemente ogni qualvolta ti porta in luoghi o in emozioni che non desideri.

Prova concretamente a cambiare e cambierai il mondo intorno a te.