Ognuno di noi ha una zona di confort, quella zona “protetta” all’interno della
quale si sente al sicuro e fuori pericolo.
Questa zona però ha due limiti.
Il primo
limite è che ovviamente non può ospitarci per sempre (anche se in fondo sarebbe
il nostro grande desiderio..), i problemi fanno parte della vita e presto o tardi
arriveranno a fare la nostra conoscenza.
Il secondo è che (fingendo che sia
possibile rimanerci per sempre) all’interno della zona di confort non c’è
crescita personale.
Quindi la domanda fondamentale che dovremmo
porci è:
voglio davvero diventare una persona migliore? voglio davvero crescere
interiormente come uomo o come donna affrontando e poi eliminando le mie ansie, le mie paure e
tutto il resto?
Oppure il mio vero desiderio è “galleggiare”, mantenere
inviolata la mia zona di confort sperando che tutto vada bene ed eludendo
qualunque problema o difficoltà?
Queste sono le due domande fondamentali da
porsi.
Se la prima risposta è quella valida, allora dobbiamo accettare con
benevolenza di uscire frequentemente dalla nostra zona di confort ed entrare in
quella che viene chiamata “zona di apprendimento”, una zona forse un po' meno
sicura (solo forse perché in realtà la sicurezza assoluta non esiste) ma certamente
in grado di insegnarci e mostrarci la “Via”.
Se la risposta valida invece è la
seconda, allora buona fortuna, godetevi la vita finché essa sarà in grado di
proteggervi e di darvi le risposte attese e non investite tempo a leggere libri o ad
ascoltare video sulla crescita interiore perché la mera conoscenza “intellettuale”
permette certamente di fare grande sfoggio di cultura ma non ha mai cambiato la
vita di nessuno.
La Vita è un continuo apprendimento ed un continuo mettersi in
discussione e accettare questo è l’unico percorso che ci permetterà di vivere e morire
più liberi di come fino ad oggi siamo vissuti.
Non è infatti un caso che tra i libri che ho scritto, Il Canto del Cuore sia stato letto molto più di Io ci sono , il motivo
è semplice anche se forse è sfuggito a molti.
Nel Canto del Cuore ho introdotto
certi temi, ho iniziato a spiegare cosa fare in prima battuta per vincere ansia, stress e tanto altro, ma in Io ci sono oltre ad averli approfonditi, ho posto (anche se velatamente) ai
lettori le due domande di cui sopra, mettendoli (ovviamente con tutta la
delicatezza della quale sono capace) metaforicamente con le spalle al muro già
dai primi capitoli che non a caso si intitolano “Comincio io” e "E' l'azione che cambia la vita".
I moltissimi di
voi che hanno apprezzato quindi Il Canto del Cuore, oltre ovviamente a provare a
metterlo in pratica nella loro vita quotidiana (unico scopo per cui è stato scritto), dovrebbero approfondire anche Io
ci sono, perché è lì che si annida un’importante parte del mio messaggio.
Con affetto, Mauro.